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"A te che sei in prima linea a combattere contro il virus", la lettera di una figlia alla madre infermiera: "Sei la mia eroina"

Annabella, giovane sanseverese, alla madre operatrice del 118: "La gente non capisce e continua a uscire. Io, da figlia che ama la mamma, ho preferito rimanere qui, in Umbria perché il viaggio sarebbe stato pericoloso. Tu, da madre che ama la figlia, hai preso la scelta più difficile che una mamma possa prendere: obbligarmi, obbligarci a restare lontane"

Lettera a una donna speciale. Il ringraziamento a chi lotta in prima linea contro il Coronavirus. Il pensiero di una ragazza di 20 anni, rimasta in Umbria, dove si è trasferita per motivi di studio, a oltre 400 km dal comune di origine, San Severo. Lì, lavora sua madre Lucia, infermiera del 118.

A sua madre, a questa donna coraggiosa, la giovane Annabella ha deciso di rivolgere un pensiero, parole dense di amore e gratitudine. In attesa che arrivino tempi migliori, quelli buoni per tornare ad abbracciarsi.

"A te mamma, che sei tra i tanti medici e infermieri in prima linea a combattere questo virus.
Ogni giorno ricevete chiamate da persone che presentano i sintomi del temuto avversario invisibile. 

Con tanto di coraggio vi mettete le vostre divise speciali, quelle che vi fanno somigliare un po' a degli astronauti accendete le sirene e partite. Mi chiami sempre prima di salire in ambulanza e mi dici "Annabella, stiamo uscendo, ti richiamo appena rientriamo, stai tranquilla". 

Dopo qualche ora rientrate. Mi richiami e ti mostri sorridente, ma io li conosco i tuoi occhi. So che dietro quello sguardo, sguardo di chi, come dici tu, è stato appena sanificato, si nasconde il terrore. Io lo so che mentre ti metti quella divisa, mentre ti sistemi gli occhiali e ti metti la mascherina pensi a me. Lo so che mentre entrate nella dimora del caso sospetto vorresti scappare. 

Lo so che quando rientrate in postazione pensi che potresti esserti ammalata, così come potrebbe succedere a me, e siamo lontane. Pensi e sogni il giorno in cui tutto questo sarà finito e finalmente potremmo riabbracciarci. Si, perché non bastava la pandemia. 
A renderla peggiore è il tuo lavoro. Lavoro che ti espone ogni giorno al pericolo dell'avversario invisibile e che ci terrà 450 chilometri lontane fino a... beh fino a quando non si sa. Perché purtroppo la gente pensa di essere immune, si credono immortali. 

Mamma loro non lo sanno che staremo lontane tanto tempo, non lo sanno che non possiamo vederci, non sanno che io a soli 20 anni nel bel mezzo di una pandemia sono bloccata lontano da te. Non capiscono l'importanza delle misure di sicurezza prese dallo Stato e continuano ad uscire e condurre la loro normale vita.
Io, da figlia che ama la mamma, ho preferito rimanere qui, in Umbria perché il viaggio sarebbe stato pericoloso. Tu, da madre che ama la figlia, hai preso la scelta più difficile che una mamma possa prendere: obbligarmi, obbligarci a restare lontane. 

Sei la mia Eroina. Tu, come tutti coloro che sono in prima linea a combattere contro Covid-19, l'avversario invisibile. 

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