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Stalking, quando le 'attenzioni' diventano reato? Aspetti giuridici e sociali di un fenomeno in crescita

All’incontro sono intervenute Rita Curci, Consigliere Corte d’Appello Campobasso, Cristina Finizio, vice questore della Polizia di Stato ed Ester Di Gioia, responsabile Centro Anti Violenza Lucera

Quando le 'attenzioni' di qualcuno diventano reato? E' questo l'interrogativo attorno al quale si è strutturato l'incontro in materia di stalking, organizzato lo scorso 23 marzo, a Lucera, presso il convitto “Bonghi”, nell’ambito del progetto 'Legalità e Costituzione'.

All’incontro sono intervenuti Rita Curci, Consigliere Corte d’Appello Campobasso, Cristina Finizio, vice questore della Polizia di Stato ed Ester Di Gioia, responsabile Centro Anti Violenza Lucera, le quali hanno esposto e illustrato  gli aspetti giuridici e sociali del fenomeno dello stalking. Curci ha illustrato con semplicità, efficacia ed esempi concreti  gli aspetti normativi sullo stalking evidenziando la gravità dei comportamenti ad esso sottesi, che spesso non vengono percepiti dagli stessi autori del reato, sempre più spesso giovani e di buon livello socio-culturale.

Finizio Cristina, attualmente alla giuda del Commissariato di Lucera, ha messo in evidenza il ruolo centrale della scuola, quale fondamentale agenzia educativa, nella formazione delle giovani menti, ha conversato e stimolato gli alunni a riflettere sull’odioso fenomeno mettendo in evidenza le parole chiave per sconfiggere questo fenomeno, spesso ispirato ad una sub-cultura di sessismo o su sfondo di predominio patriarcale. Di qui l’assoluta necessità di mirate attività di prevenzione, punizione, prevenzione e punizioni, nonché la necessità di un consolidamento della rete dei servizi presenti sul territorio.

E’ necessario infatti un approccio integrato al fine di intervenire in rete con specializzazione e mai con improvvisazione. La Polizia di Stato è fattivamente impegnata in ognuno di questi aspetti. La partecipazione stessa a convegni, tavole rotonde, incontri con i giovani è tesa appunto a promuovere il cambiamento socio-culturale delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi e tradizioni basati su modelli stereotipati. Nel corso dell'incontro è stato messo in luce l'impegno della Polizia di Stato attraverso le sezioni specializzate degli uffici investigativi e  attraverso  gli sportelli antistalking,  dove lavora personale specializzato in questi tipi di reati, ed esistono dei "punti di ascolto" sempre attivi a disposizione delle vittime.

Finizio ha sottolineato molto l’importanza ai giovani studenti di saper cogliere segnali di un eventuale “amore malato” che potrebbe sfociare in un’escalation violenta. Infatti per gli stessi operatori di polizia  è fondamentale cogliere i segnali dell’escalation della violenze. A riguardo, infatti a disposizione della Polizia di Stato, vi è il cosiddetto protocollo EVA, ovvero una modalità operativa per il primo intervento degli operatori di polizia nei casi di violenza di genere (maltrattamenti in famiglia, stalking, liti famigliari, abusi).  Molto, infine, si è discusso sulla normativa di contrasto e in particolar modo sull’ammonimento del Questore,  misura monitoria e cautelare, di natura amministrativa, con finalità dissuasiva in quanto preordinata a trovare un efficace e immediato deterrente nei confronti dell’ autore di determinati atti violenti, affinché non sfocino in esiti ulteriori e irreparabili.

Ester di Gioia ha poi  illustrato il profondo e capillare lavoro dei C.A.V., pronti ad accogliere e ad “ascoltare” la vittima di comportamenti violenti, affinché la stessa maturi un percorso personale di autodeterminazione per rompere il muro di silenzio, vergogna e si affidi alle forze di polizia e all’Autorità Giudiziaria, sempre con il sostegno fattivo dei C.A.V. L’incontro si è concluso invitando gli studenti a fidarsi delle istituzioni, della Polizia di Stato, presenti sul territorio, a collaborare con esse e  a squarciare il muro di silenzio e di vergogna che spesso si cela dietro alle violenze.

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