rotate-mobile
Attualità Carlantino

Carlantino, il comune di meno di 1000 abitanti dove l'ufficio postale è chiuso e non si possono ritirare i soldi

La denuncia su Facebook del sindaco Graziano Coscia: "Altro che nuova politica per i piccoli comuni"

A Carlantino, comune dei Monti Dauni al confine con il Molise, per i 957 abitanti da qualche settimana c'è un problema di non poco conto. Adagiato ungo la collina della valle del fiume Fortore che sovrasta il lago di Occhito, a 42 chilometri da Campobasso e 58 dal capoluogo di provincia Foggia, nel borgo di San Donato "ancora oggi l'ufficio postale risulta chiuso e privo di postamat".

A denunciare il disservizio è il sindaco Graziano Coscia su Facebook: "Un anziano carlantinese per poter accedere al proprio conto corrente postale deve farsi accompagnare da qualcuno all'ufficio di Celenza Valfortore: dove l'ufficio è composto da tre dipendenti, risulta installato il postamat e sono stati effettuati i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche. Carlantino invece un solo operatore, senza postamat e con tanto di gradini sulla porta, attende le vane promesse di Poste Italiane. Il prossimo anno o quando arriverà il prossimo invito di Poste Italiane, ai sindaci come me, dico: restiamo a casa con le nostre famiglie".

Il riferimento è alle promesse che Poste Italiane avrebbe fatto nel corso dell'incontro del 28 ottobre 2019 a Roma al quale hanno preso parte i sindaci italiani dei piccoli comuni, il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e il presidente di Poste Italiane Maria Bianca Farina: "Una nuova politica per i piccoli comuni: questo lo slogan".

Le richieste del sindaco di Carlantino

Ma la realtà, sottolinea Coscia, dice altro: "Nella giornata romana rappresentavo le esigenze della mia comunità: abbattimento delle barriere architettoniche; installazione di un postamat. Ebbene a distanza di mesi solo tante telefonate e rimbalzi da un consulente all'altro. Diverse volte mi è stato ripetuto che a breve si sarebbero risolte le problematiche da me sollevate.

I disservizi durante la Pandemia

Poi l'arrivo della crisi. Tutto si ferma. L'ufficio già ridimensionato e con un solo operatore, privo di postamat e con l'accesso vietato ai portatori di handicap, riduce l'orario di apertura al pubblico. In piena emergenza sanitaria Poste Italiane cambia politica e dispone l'apertura al pubblico nei soli giorni di lunedi, mercoledi e venerdi. Conseguenza pratica di questa politica studiata a tavolino: assembramenti continui nei giorni di apertura dell'ufficio, code infinite per il pagamento di un bollettino o semplicemente un piccolo prelievo allo sportello. Tale modalità determinava anche l'intervento dei carabinieri che, preposti al controllo del territorio, hanno il compito di evitare assembramenti (e che assembramenti: persone anziane in coda a ritirare la pensione!).

Le lamentele dei cittadini e le telefonate

A seguito di tutto ciò, in più occasioni i cittadini sono saliti in Comune per lamentarsi di questa problematica, chiedendo il mio intervento. E allora nuovamente, telefono alla mano, chiamo il direttore provinciale di Poste e scopro che da un pò è cambiato. Contatto il nuovo direttore: ad una prima telefonata gentile e disponibile e con la facile promessa di prendere in carico il problema e farmi sapere. Appunto facile promessa! Segue una seconda telefonata: ancora promesse! Segue una terza telefonata: nessuna risposta. Un direttore provinciale che non risponde ne richiama un sindaco: bella politica per i piccoli comuni.

Graziano Coscia ha fatto sapere anche di aver inviato una nota scritta direttamente alla sede centrale per segnalare nuovamente i disagi: "Per l'ennesima volta cambia l'interlocutore: questa volta non più da Roma ma da Napoli. Ufficio creato solo per le esigenze dei piccoli comuni".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Carlantino, il comune di meno di 1000 abitanti dove l'ufficio postale è chiuso e non si possono ritirare i soldi

FoggiaToday è in caricamento